Dopo aver messo in cassaforte un bottino record consistente in ben otto titoli Costruttori consecutivi, a cui si affiancano sette ulteriori mondiali Piloti conquistati, anch’essi consecutivamente, tra il 2014 e il 2020, nessuno avrebbe immaginato di assistere ad una debacle così grossa come quella subita da Mercedes nel corso del 2022. A causa di una errata convinzione teorica, infatti, quella che si è vista in pista è stata una macchina che, nonostante tutte le premesse pre-stagionali che sembravano stimarla capace di essere oltre un secondo più veloce della concorrenza, si è rivelata estremamente problematica, carica di difetti e difficile da guidare. Per tale ragione, diverse sono state le ipotesi fatte su quelle che potevano essere le forme caratteristiche della nuova W14 che, sempre secondo alcuni, si sarebbe probabilmente avvicinata alle scuole di pensiero di Red Bull o Ferrari, anche se, alla fine, così non è stato.
La nuova Mercedes W14 è, infatti, la logica e indolore evoluzione della sua progenitrice; come è giusto che sia, aggiungiamo noi. I tecnici anglo-tedeschi hanno avuto modo di apportare non poche migliorie su una macchina che era nata male e che, sempre in riferimento alla W13, è andata via via migliorando nel corso della stagione passata, permettendo di raccogliere dati utili e di avere, dunque, un quadro sempre più chiaro su quali e dove fossero concentrati i problemi relativi alla performance non ottimale. Partendo da questo livello di comprensione, fondamentale se si vuole avere piena cognizione circa i punti deboli e di forza di un veicolo, gli ingegneri della Stella hanno deciso di ridisegnare solo quegli elementi che si sono rivelati critici nel corso del 2022, producendo la W14 quale ovvio risultato.
La parentela con la vettura che la precede è evidente già da un primissimo e superficiale sguardo, fatto salvo la colorazione ora tornata a quella, per loro gloriosa, del biennio 2020–2021. La ragione dietro a questa scelta non risiede in questa sorta di fattore “nostalgico” o, almeno, non del tutto, ma costituisce una specie di legame col passato più lontano e coi motivi che hanno portato la Mercedes a diventare la più famosa delle Frecce d’Argento: secondo una analogia temporale che ci riporta indietro al 1934, anno in cui fa il suo debutto la Mercedes-Benz W25 che, a causa del peso di un chilo più alto rispetto alla soglia massima consentita, vede rimossa la vernice bianca per superare le ispezioni tecniche, quel che si intende fare al giorno d’oggi resta del tutto simile in quanto a concezione concettuale, poiché si rende necessaria una riduzione della massa complessiva lasciando che il colore di fondo prenda il posto di quello della livrea. Ciò vuol dire che, se un tempo questo metteva in risalto l’alluminio sottostante, quel che ne risulta oggi è una larghissima, se non onnipresente, porzione di carbonio esposto, accompagnata unicamente da poche zone verniciate di nero e che spiegano l’astuta strategia visiva utilizzata congiuntamente dai grafici e dai tecnici della casa.
Come precedentemente anticipato, la W14 prende le idee di base della W13 e le migliora sotto ogni punto di vista e non senza introdurre qualche concetto interessante che vedremo più in là. Partendo dal frontale, si può notare un muso che, al contrario dei trend visti nelle ultime presentazioni, si mostra più lungo e ancorato direttamente al mainplane e che ricalca, per qualche verso, la forma simil-smussata utilizzata da Ferrari sulla F1-75, pur coi dovuti distinguo. Interessantissima è, poi, l’evoluzione relativa al sistema di ancoraggio dei profili alari alle paratie che, sfruttando un buco regolamentare scoperto nel 2022, permette a questi ultimi di collegarsi ai supporti laterali mediante piccoli nolder per creare un ampio spazio tra l’endplate e gli stessi, favorendo un incremento dell’effetto outwash in quella zona. A chiusura del quadro troviamo delle sospensioni anteriori che, secondo una tendenza ormai consolidata da tutti, si presentano con triangoli superiori a braccetti disassati con funzione anti-dive, un’innovazione, questa, introdotta da Adrian Newey sulla RB18 tanto per favorire un assetto livellato quanto per ottenere una efficace manipolazione dei flussi destinati a investire pance e fondo vettura.
Avanzando verso la tanto discussa zona centrale, ci si ritrova difronte a un quadro dall’aria molto familiare ma che, ad un’occhiata più attenta, rivela importanti modifiche. Per quanto rimanga vivo il concetto zeropod alla base della W13, diversi sono stati gli interventi che ne hanno coinvolto le geometrie, che puntano, in primis, ad aumentare la superficie delle pance quel tanto che basta per schermare le ruote posteriori, portare aria fresca ai radiatori e sfruttare, almeno in minima parte, gli effetti benefici che si possono avere con dei flussi direzionati ad hoc verso la zona del diffusore. Piuttosto che avere una forma trapezoidale, il nuovo imbocco delle pance si contraddistingue per una sezione rettangolare fortemente squadrata e a sviluppo, ancora una volta, verticale, dalla quale partono nuove e più estese fiancate che intendono sfruttare meglio l’effetto Coanda prodotto dalle superfici aerodinamiche cucite attorno ai coni anti-intrusione superiori montati ai lati della cellula abitativa. Al di sotto delle pance sembra trovar spazio un fondo anch’esso rinnovato nella sua geometria complessiva, che conta ora su aperture laterali, introdotte in maniera simile anche da McLaren, che intendono sigillare pneumaticamente la zona sottostante al fine di migliorarne l’efficienza.
Diverse sono le migliorie apportate anche al cofano motore e al posteriore, dove spuntano nuovi megafoni che, anche questi introdotti in maniera pressoché trasversale da tutti — eccezion fatta per Ferrari, servono tanto per favorire lo smaltimento del calore dal motore, quanto per portar aria verso la zona di estrazione al di sopra del diffusore per migliorarne l’efficacia. Ad incuriosire è, però, l’interpretazione che i tecnici Mercedes hanno conferito all’alettone posteriore che, mediante un’estrusione verso il retro delle porzioni laterali di attacco del flap superiore, trasformano la superficie laterale in una vera e propria paratia “vecchio stile” in cui lo sviluppo di carico aerodinamico viene fortemente favorito dall’effetto sigillo garantito dagli endplate senza che si rompa la continuità superficiale richiesta dal regolamento. La soluzione in questione, tanto ingegnosa quanto semplice, potrebbe essere oggetto di copiatura da parte degli avversari, vista la ricerca che si effettua in tale area proprio per incrementarne l’efficienza che, a causa dei nuovi alettoni, è andata in parte perduta.
Pertanto, al netto di questa considerazione, si può considerare la W14 come una continuazione, seppur ampiamente rivista e, presumibilmente, corretta, della W13 del 2022. Basterà questo a riportare la Mercedes laddove di solito ci siamo abituati a vederla? Per capirlo occorrerà attendere tanto i primi test pre-stagionali del 23 Marzo, quanto la prima gara in quel del Sakhir, fissata per il 5 Marzo.
Ph. Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team ©
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